MAROCCO: 3,2,1…VIA!

Questa volta ho preso una breve rincorsa, ho fatto due timidi salti sull’asse e senza preoccuparmi se c’era l’acqua in piscina mi sono buttato di sotto. Più o meno in questo modo sono partito per il Marocco, senza una strada, senza una destinazione e senza un perché.
Magnifico! Mi fa strano essere così improvvisamente di nuovo in viaggio; non mi sono preoccupato di dove sto andando ne di cosa mi aspetta e le sorprese non tardano.
È tenue l’odore del mare a Tangheri spazzato via dall’incessante vento che sferza questa città di antichi traffici ma dentro le mura della Medina non arriva nemmeno una leggera brezza e la vita scorre quasi immobile e silenziosa. È da sempre la città da dove tutti passano e nessuno si ferma, da millenni ha unito l’Europa all’Africa e non c’è luogo migliore per cominciare il mio breve viaggio lungo le strade di questo continente a me non del tutto sconosciuto.
Mi basta un giorno per regolare i sensi sulla frequenza “viaggio”, il vento è così forte che mi costringe a fare alchimie d’equilibrio per non cadere, tanto da farmi scendere e spingere la bici. Un gran bell’inizio in compagnia del mio nemico giurato. Non oso avere la meglio su queste forti raffiche contrarie, sarebbe un suicidio, quindi studio bene sulla mappa qualche strada più protetta, da montagne o profonde gole, per ripararmi dalla forza del vento. Il viaggio non è già più sotto la mia volontà ma mosso da forze invisibili che disegnano il mio destino.
Sono troppo concentrato a sfuggire ad Eolo che non m’accorgo di aver perso la vite che fissa il freno davanti alle forcelle. In una piccola discesa sfioro il freno e il pattino si stacca finendo tra i raggi. Disastro! Col battito a mille riesco a fermarmi e fare un rapido resoconto dei danni. Per ripristinare il freno ho bisogno della stessa vite persa che non fa parte del mio set di pezzi di ricambio e il portapacchi anteriore, che era anch’esso fissato con la stessa vite, non ha retto allo strattone e sono saltate un paio di saldature. Con del nastro e un elastico incastro il freno nella sua sede e smonto il portapacchi oramai distrutto.

I CONSIGLI DI QUESTO POST
Di solito sono talmente meticoloso nel preparare la bicicletta che sfioro la paranoia. Porto con me ogni sorta di attrezzo e pezzo di ricambio per essere pronto ad ogni evenienza ma sta volta ho tappato alla grande.
Era la prima volta che montavo un porta pacchi alto davanti, solitamente viaggio con due borse laterali anteriori con portapacchi alla ruota. Nella fratta della partenza ho preso il primo che mi è capitato e ho commesso un grossolano errore. La sua fragile struttura unita alle forti vibrazioni hanno fatto allentare le viti al punto da perderne una e causare un bel guaio.
Quando cede un supporto è molto probabile che nel medesimo istante si verifichino delle conseguenze che possono danneggiare pesantemente la bicicletta, nel mio caso il pattino staccato ha sbattuto contro i raggi piegandoli ma fortunatamente non andavo toppo veloce. Per la riparazione sarebbe bastata una vite M6x20 che però non avevo con me. Per ovviare ad incidenti di questa natura bisognerebbe affidarsi solo a elementi di indubbia solidità, mettere una goccia di frenafiletti sulle viti più soggette a vibrazioni e portarsi con se un set completo di viti da M5 e M6 con le quali risolvere la gran parte dei problemi riguardanti il fissaggio dei vari porta pacchi alla bicicletta.
È bello saperti di nuovo in viaggio.
Il Marocco è fantastico, con una varietá di paesaggi colori e profumi che ti rimane nel cuore.
Aspetto di leggere il tuo diario.
BUON VIAGGIO
TI CONOSCO ATTRAVERSO LETUE IMPRESE E SINCERAMENTE TI INVIDIO NON TANTO PER L’IMPRESA FISICA E SPORTIVA MA PER LA VOGLIA CHE HAI DI VIAGGIARE IN CONDIZIONI ESTREME .
I MAROCCHINI DI CITTA’ SONO MENO ACCOGLIENTI E PIU FURBI MENTRE GLI ALTRI SONO VERAMENTE AMICHEVOLI ,QUESTA E’ L’IDEA CHE MI SONO FATTO IN UN RECENTE VIAGGIO NEL SUD DEL MAROCCO .
DOVE SEI DIRETTO ?
BUONA FORTUNA